Rivoluzionare gli ambienti con Biophilic Design e la Psicologia Ambientale
Il Biophilic Design e Psicologia la Ambientale si concentra sull’integrazione di elementi naturali e delle proprie caratteristiche negli spazi artificiali, promuovendo il benessere attraverso la connessione con la Natura. Dall’altro lato, la Psicologia Ambientale analizza l’impatto degli ambienti sulla salute mentale e fisica delle persone.
In MeM, ci impegniamo attivamente nella divulgazione e sensibilizzazione a progettisti e abitanti sul Biophilic Design e la Psicologia Ambientale per creare spazi rigenerativi.
Nell’articolo proposto questa settimana esploreremo questi coinvolgenti mondi e scopriremo come possono trasformare gli spazi artificiali, migliorando la qualità della vita e promuovendo un ambiente più sano e armonioso. Abbiamo intervistato Matteo Manzi, Biophilic & Regenerative Design Specialist, per comprendere come queste discipline, sempre più attuali, possono influenzare positivamente il nostro modo di vivere e lavorare.
MeM: “Buongiorno Matteo, hai piacere di presentarti e parlarci del tuo percorso?”
M.M.: “Appartenendo a una generazione che ha affrontato sfide nell’identificare il proprio potenziale, ho vissuto un percorso formativo variegato, influenzato dal desiderio di contribuire al benessere delle persone e dalla mia competenza nel razionalizzare spazi artificiali. Tuttavia, la mia famiglia focalizzava l’attenzione esclusivamente sul conseguimento di uno stipendio, mancando nel fornire un orientamento adeguato, che mi ha portato a una serie di percorsi formativi diversificati e a esperienze lavorative in molteplici ambiti.
Il Covid-19, come per molti, ha rappresentato un momento di profonda riflessione, spingendomi a fermarmi e a fare ordine nelle mie idee. È stato durante questo periodo che ho trovato la mia passione nell’interior design e successivamente nella psicologia ambientale. Questi campi offrivano la sintesi perfetta tra il mio desiderio di aiutare gli altri a sentirsi meglio e le mie capacità nel razionalizzare gli spazi.
Tuttavia, esaminando i programmi di studio universitari, ho compreso che l’istruzione accademica tradizionale non avrebbe soddisfatto appieno le mie esigenze specifiche e diversificate. Pertanto, ho deciso di intraprendere un percorso di formazione settoriale e specifico, autonomo nella sua natura, che mi avrebbe permesso di approfondire le mie passioni e acquisire le competenze necessarie per la consulenza e la progettazione pratica.”
MeM: “Che cosa vuoi esprimere con la tua progettazione?”
M.M.: “Nel mio approccio al design, tengo sempre presenti due obiettivi chiave: praticità e benessere, entrambi strettamente connessi tra loro. Mi ispiro allo stile nordeuropeo, caratterizzato dalla pulizia delle geometrie e dall’uso di materiali naturali, come il legno, che creano atmosfere rilassanti. Tuttavia, la priorità rimane sempre soddisfare le specifiche esigenze degli abitanti degli spazi progettati.
Desidero che il mio contributo al design, a qualsiasi livello, aumenti il benessere psicofisico di coloro che vivranno gli ambienti e migliori la loro qualità di vita. Credo fermamente che un design sia autenticamente bello quando è onesto, semplice, duraturo, e sostenibile.
Il mio approccio potrebbe sembrare un po’ controcorrente rispetto a quello di molti interior designer: anziché cercare di creare qualcosa di bello a tutti i costi, preferisco partire dalle esigenze pratiche e razionali, assicurandomi che gli abitanti si sentano bene negli ambienti che ho creato. Solo successivamente, eventualmente, apporto piccoli cambiamenti per migliorare ulteriormente l’aspetto estetico, ma raramente è necessario.”
MeM: “Hai seguito diversi percorsi formativi con MeM, incluso l’ultimo con Rita Berto in Psicologia Ambientale applicata agli spazi lavorativi. In che modo Biophilic Design e Psicologia Ambientale hanno influenzato il tuo approccio progettuale? Qual è stata la tua esperienza con i consulenti MeM specializzati in queste aree e quali sono state le principali innovazioni emerse?”
M.M: “Il Biophilic Design e la Psicologia Ambientale hanno rappresentato per me una rivelazione nel mio percorso professionale. Fin dall’inizio della mia carriera, ho avvertito l’esistenza di approcci diversi nella creazione degli spazi, con il Biophilic Design che risuonava profondamente con me come una guida innata per ogni scelta progettuale.
Grazie alla mia formazione con MeM, ho scoperto che questa intuizione era supportata da una solida base scientifica e da una vasta letteratura accademica. Questo mi ha permesso di integrare passo dopo passo le mie intuizioni con evidenze scientifiche, adattando le esigenze progettuali alla ricerca preliminare.
L’incontro con MeM è stato un autentico punto di svolta nella mia carriera. Ho riconosciuto l’importanza cruciale della formazione nel Biophilic design e nella Psicologia Ambientale, tematiche spesso trascurate nell’industria del design. La scelta di MeM è stata dettata dalla sua costante ricerca di eccellenza e dall’approccio approfondito e specifico delle tematiche trattate.
Spero che l’impegno nel Biophilic design e nella Psicologia Ambientale, supportato da istituti all’avanguardia come MeM, ottenga il riconoscimento scientifico e formativo che merita, contribuendo così all’innalzamento degli standard nel settore del design.”
MeM: “Hai piacere di descrivere brevemente il progetto da te proposto e come hai inserito il Biophilic Design?”
M.M.: “La ristrutturazione di un ex fienile è stata una sfida appassionante, poiché i piccoli spazi offrono opportunità uniche e il contesto rurale ha favorito l’impiego di finiture naturali. Tuttavia, l’abitazione presentava diversi stressori ambientali come luce insufficiente, bassa temperatura e umidità elevata, che richiedevano interventi mirati.
L’obiettivo principale era ridare identità alla casa, integrandola meglio con l’ambiente circostante e migliorando la connessione con il luogo, grazie alla scelta di materiali naturali come pietra grezza e legno, la scelta di una palette naturale, arricchita da tocchi di luce e colori turchese pallido, ha contribuito a creare un’atmosfera luminosa e ariosa.
Il Biophilic Design è stato applicato anche attraverso l’uso di forme organiche e geometrie frattali, che richiamano la bellezza della Natura. Nonostante lo spazio limitato, alcune piante sono state inserite strategicamente per arricchire l’ambiente senza appesantirlo.
Inoltre, la progettazione della luce artificiale è stata guidata dai principi della Psicologia Ambientale, offrendo soluzioni dimmerabili e personalizzabili per adattarsi al ritmo circadiano e migliorare il comfort visivo.”
MeM: “Quali sono le tue visioni future per l’approccio progettuale e quali obiettivi ti poni per creare luoghi innovativi e rignerativi?”
M.M.: “L’impegno nel Biophilic design e nella Psicologia Ambientale rappresenta per me una continua fonte di stimolo e passione. Questi ambiti, ancora giovani, offrono molteplici opportunità di ricerca, formazione e diffusione.
Sono una persona curiosa e critica, costantemente alla ricerca di nuovi studi e approfondimenti nel campo della salute ambientale. L’evoluzione rapida di queste discipline richiede una costante revisione delle proprie convinzioni e un impegno verso nuovi metodi e approcci.
Attualmente sto conducendo uno studio sulla ristoratività percepita, il benessere psicologico e la soddisfazione lavorativa nelle centrali operative dell’emergenza sanitaria. Spero che questo lavoro possa fornire ulteriori spunti di riflessione e dati utili per migliorare la progettazione degli ambienti di lavoro.
Il mio obiettivo è creare un metodo standardizzato e accessibile a tutti i progettisti, finalizzato a migliorare le condizioni psicofisiche dei lavoratori. Credo che in questo settore, ancora poco esplorato nel nostro paese, ci sia un ampio margine di miglioramento.
Le persone trascorrono circa il 90% del loro tempo in ambienti indoor, evidenziando l’importanza cruciale del nostro ruolo progettisti di interni. È fondamentale promuovere una collaborazione interdisciplinare tra design, psicologia, ecologia e biologia per promuovere il benessere degli individui e del pianeta.”
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