Capire il funzionamento inconscio del colore
I colori sono un potente generatore di empatia e di soddisfazione con i committenti permettendoci di guadagnare in autostima e professionalità. Per poterli usare con competenza è però necessario avere consapevolezza dei meccanismi inconsci che ci governano. Imparare a riconoscerli e allenare le nostre capacità relazionali migliora noi stessi, le persone con cui entriamo in contatto e il nostro lavoro; dando il nostro realistico contributo alla costruzione di una umanità più inclusiva e consapevole.
Dobbiamo avere finalmente il coraggio di ammettere che le nostre azioni, anche quelle più apparentemente razionali, sono in realtà governate dal nostro inconscio.
Che ha il grande vantaggio di agire nell’immediatezza, nel giro di poche frazioni di secondo.
L’inconscio provoca le nostre reazioni “pescando” da quel che ha immagazzinato soprattutto nel tempo della nostra infanzia. E, a sua volta, viene “restimolato” da qualsiasi elemento fisico, situazione o persona che abbia elementi in comune con le nostre esperienze passate, nella maggior parte dei casi rimosse.
In gioco ci sono anzitutto i nostri 5 sensi che rilevano ogni istante del nostro vissuto e che lo inviano al nostro cervello. Ogni nostra esperienza viene quindi archiviata, ma è sempre disponibile al nostro inconscio a fini di sopravvivenza immediata.
I neuroni-specchio ci permettono di capire gli altri attraverso il meccanismo dell’empatia: è sufficiente aver provato anche una sola delle sensazioni che ci vengono comunicate inconsciamente o consciamente da un’altra persona per poterla comprendere in pieno. Ciò avviene in pochissimi secondi e determina tutte le nostre scelte.
I colori sono onde elettromagnetiche rilevate dall’occhio e decodificate dal nostro cervello che assegna loro un senso; dato che il cervello registra anche tutte le altre sensazioni provate dal nostro corpo e i pensieri che le accompagnano, si può tranquillamente affermare che i colori hanno il potere evocativo delle esperienze inconsce di ognuna e ognuno di noi.
Nel nostro presente siamo continuamente sollecitati da elementi passati: il colore stabilisce un vero e proprio “ponte spazio-temporale” col nostro passato ponendosi esattamente nello slittamento tra stimolo sensoriale presente e aggancio emotivo passato.
Questo processo, però, può portare alla reazione opposta, cioè all’antipatia o addirittura alla contrapposizione. Ciò perché l’”eredità emotiva” che viene evocata dal colore e che determina la nostra reazione di fronte ad una situazione o ad una persona è fortemente influenzata dal pregiudizio, altra “scorciatoia” che il nostro inconscio attua per risparmiare energia cerebrale e per orientarci nell’immediato, ben prima che intervenga la corteccia con la sua “lenta” analisi razionale.
Se il nostro comportamento e i nostri gusti passano obbligatoriamente per lo stabilimento di analogie col nostro passato per lo più rimosso, come possiamo allora migliorare le nostre relazioni per renderle più empatiche possibile accontentando chi si affida a noi per creare spazi di benessere?
Come trasferire questo meccanismo nella scelta dei colori di un ambiente intimo o di uno collettivo?
Il colore è quell’elemento universale che può diventare mezzo privilegiato per agire sulle relazioni cominciando dal singolo e dai suoi legami più stretti, fino ad arrivare alla collettività. Proprio per questo è ormai ineludibile un approccio progettuale che tenga conto delle reazioni che il colore genera in ciascuno di noi.
Il corso sull’identità cromatica mira ad aumentare la consapevolezza personale e professionale di questo specifico aspetto migliorando sensibilmente le nostre relazioni personali e professionali coi nostri clienti reali o potenziali. Creando così un volano positivo di miglioramento relazionale, di progressione e di soddisfazione professionale.
Con evidenti ricadute positive sull’autostima, sull’efficacia del nostro lavoro, sulla nostra reputazione professionale e sociale.
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