Case da copertina
Nell’articolo di questa settimana proponiamo un’intervista a Danila Dominici, designer specializzata in soluzioni smart e formatrice MEM.
In questo articolo troverai spunti di riflessione utili sull’organizzazione degli spazi dettati dalle nuove esigenze.
Parola d’ordine: funzionalità, intesa come organizzazione, praticità, fluidità dei movimenti in uno spazio fondamentale come la cucina e di piccoli angoli della casa predisposti alla concentrazione e al lavoro come il nostro studio o postazione smart working.
Ma che cosa significa funzionalità?
Può una casa essere bella e funzionale? Avere stile ed esser ben organizzata?
La risposta è sì.
La personalizzazione è dettata dall’esigenza, dai singoli movimenti quotidiani che soddisfano dei bisogni individuali, strettamente personali, unici.
Così Giulia quando si sveglia il mattino, si lava sì, viso e denti, ma poi scende a fare qualche esercizio di stretching a luci soffuse, perché ama svegliarsi molto presto e con calma.
Paolo invece vuol dormire fino all’ultimo minuto, appena si sveglia si alza, lava denti e viso ed esce perché ama prendere il caffe al bar.
Ora, non credete che la casa di Paolo e Giulia possano essere diverse?
Assolutamente si.
Ma lasciamo la parola a Danila Dominici, interior designer, esperta di soluzioni smart, riorganizzazione dello spazio abitativo e relooking per capire assieme il suo motto: “Case belle, ma che non ballano.”
“Una casa bella ma che non balla”
Sempre più frequentemente vengo contattata per dare un nuovo volto agli spazi abitativi con la precisa richiesta di non voler necessariamente stravolgere gli ambienti o gli arredi, ma semplicemente apportando qualche modifica con ciò che è disponibile o poco più… Mi attivo immediatamente ad ascoltare nuovi bisogni e perplessità degli abitanti.
La prima regola che ho sempre seguito in questi anni di lavoro e quindi l’approccio verso l’abitare si può sintetizzare in un’unica parola: ASCOLTO
Ascolto inteso come supporto a focalizzare i propri bisogni all’interno dello spazio, nel capire quali sono le priorità per vivere al meglio la propria casa.
L’errore più frequente quando si ristruttura una casa o semplicemente la si vuole rinnovare, è innamorarsi di un’idea dell’abitare nata dall’osservazione di immagini lontane sui nostri social o dal sfogliare delle riviste più o meno di settore, che propongono set fotografici perfetti, belli sì, ma che la maggior parte delle volte non rappresentano la vita quotidiana.
Si, perché lo stile non è altro che la copertina del nostro giornale e la modalità con cui decidiamo di disporre gli spazi, rendendo ogni casa completamente unica perché dettata dalle nostre esigenze.
LA CASA SIAMO NOI ed è lei che deve rappresentare e adattarsi al nostro modo di vivere.
Il periodo storico in cui viviamo ci sta accompagnando in questo cammino che definirei di consapevolezza, purtroppo o per fortuna, abbiamo cominciato ad osservare lo spazio abitativo e ariconoscerlo come il nostro rifugio, sentendo sicurezza e piacere nel vivere appieno l’ambiente casalingo, lasciando fuori tutto ciò che è incerto e sempre meno empatico.
Cucina e Home Office: due spazi sempre più fondamentali
Di certo la cucina e la zona studio o Home office sono gli ambienti che maggiormente coinvolti da questa voglia di cambiamento e ottimizzazione, dove funzionalità e adattamento ai propri bisogni sono all’ordine del giorno e hanno priorità anche sulla forma.
Amo il detto “bello che non balla”: non può esistere o resistere il bello fine a sé stesso.
Per cui una cucina deve, prima di tutto, essere funzionale, che porta con se un valore prettamente soggettivo: ciò che per me è funzionale può non esserlo per te, come viviamo un determinato spazio cambia in base all’utilizzo degli oggetti, a come si fluisce all’interno dello spazio, a quante ore passa in un dato ambiente.
Non tutti hanno uno spazio rifugio nella propria casa, che possa fungere da ufficio, (il famoso Smart working!) da zona creativa o ricreativa per noi stessi, ma tutti possiamo trovare il modo modificare l’esistente, o eliminando il superfluo per sostituendolo con l’indispensabile.
Le variabili all’interno di una casa sono infinite, basta aver la consapevolezza che lo spazio cambia, plasma e si modifica con il tempo, proprio come noi, perché la casa è l’estensione della nostra persona.
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