Professionisti dell’abitare, sempre più psicologi.
Il professionista come l’architetto, l’interior designer, il geometra, l’ingegnere, l’arredatore, si trova spesso a far la parte dello psicologo, a formulare domande per comprendere che cosa desidera realmente il committente, per costruire un rapporto non solo lavorativo ma d’intimità ed empatia.
Per farlo, ognuno sceglie la sua modalità, strumenti diversi per strutturare un dialogo profondo ed efficace con il suo committente, partendo dall’emozione o dall’immaginazione per arrivare allo spazio.
C’è chi commissiona la stesura di una lettera, chi la ricerca di immagini, oppure chi semplicemente formula delle domande mirate per capire il gusto e lo stile del cliente.
Una delle modalità maggiormente utilizzate è quella della ricerca di immagini “ispirazionali” che risuonino con il gusto e lo stile del cliente.
E allora via a una ricerca spasmodica, a un tripudio di colori, materiali, forme, dettagli!
Chiamiamola semplicemente, casa.
“Mi piace questa, guarda il divano in velluto ottanio con gli inserti oro” oppure “Guarda che meraviglia queste piastrelle turchese lavorate in ceramica raku!“.
Il professionista unisce la sua competenza, esperienza e stile con il fabbisogno estetico del cliente, il risultato è una casa da copertina adattata alle disponibilità economiche del cliente.
Ora vi poniamo una piccola provocazione, rivolta sì al professionista, ma sopratutto al privato:
“Ma tu, cliente dove sei?”
“Dove si posiziona la tua quotidianità, il tuo stare nello spazio che vivi ogni giorno?”
“Ti sei chiesto quale sia il tuo senso di abitare? Che cosa significhi per te la parola CASA?”
Abbiamo intervistato Denise, una giovane designer che vive e lavora a Amsterdam, leggendo i suoi post e visitando il suo sito, abbiamo trovato diverse, tantissime parole chiave che rispecchiano una nuova forma di progettare e di abitare.
Un lavoro, un’arte, una missione.
Vi presentiamo Denise:
“Sono Denise, tutti mi chiamano Den, da qui il mio nome d’arte, ecco come è nato Maiden, un unione di significati importanti, un ricordo della “fanciulla” che ero e che non voglio mai smettere di essere. Da qualche mese sono diventata la mamma di Lilyrose, devo dire che il tempo si è dimezzato ma le emozioni sono in continua crescita, viviamo per queste ed è giusto dare il tempo che si meritano!!
Motivo che aiuta ancora di più il mio lavoro a crescere in questo campo. Mi occupo di interior design nell’ambito psicologico ed emotivo, cosa significa?
Che al primo posto metto la “persona” e le sue esigenze e dopo arriva il resto.
Mi piacerebbe sempre di più creare questo percorso in meno tempo possibile, in modo che dubbi e perplessità non debbano più esistere.
Maiden è una realtà che da due anni mi aiuta a credere in quello che faccio, ma soprattutto nella possibilità di esprimere e far emergere le mie e le emozioni delle persone.
Non l’ho mai classificato come il classico Interior Designer ma qualcosa di più profondo.
Un percorso, una crescita…
Convalidato a livello accademico presso l’Istituto Europeo di Design di Torino, il mio profilo di interior designer ha subito preso una piega introspettiva: ciò che mi appassionava non si limitava ad aiutare le persone ad arredare i propri spazi secondo lo stile in voga.
A volte credo che far arrivare il nostro lavoro la nostra passione, e la nostra professionalità ad un cliente non sia sempre semplice, certi si limitano solo al lavoro finito e a primo impatto, che tu riesca a leggere nella loro mente, ma non é sempre così. Si tratta di un percorso di una crescita che si fa insieme.
Solo così si può arrivare ad un risultato, trovo sempre più questo concetto lontano, nonostante faccia parte del mio lavoro.”
Continua raccontando:
“La mia missione è aiutare tutti a trovare armonia, sicurezza e protezione attraverso l’uso di oggetti, materiali e colori. Le scelte che facciamo quando costruiamo il nostro spazio domestico sono il riflesso diretto del nostro io interiore.
Il colore delle pareti, le tende del nostro soggiorno, il numero di candele sulla mensola della cucina: anche il più piccolo dettaglio della nostra casa nasconde e rivela qualcosa di noi.
Quale parte della nostra casa rivelerà la nostra casa?
Qual è la sensazione che vogliamo che trasmetta a noi stessi?
Quale parte del nostro viaggio lo stiamo lasciando condividere con i nostri visitatori? Non esiste una risposta univoca a queste domande.
Ci sono migliaia di opzioni.
La mia missione è stare al fianco del cliente, durante questa ricerca intima, attraverso ognuna di queste domande in modo che possiamo, insieme, riprogettare lo spazio: dalle sue emozioni alla sua casa. Costruire con i sentimenti.”
Mano nella mano.
Denise accompagna i propri clienti nella progettazione di uno spazio che li rappresenti, attraverso lo studio di un questionario e un colloquio profondo dove l’attenzione principale è diretta alle emozioni e al bisogno del committente.
Un lavoro a 360° che coinvolga lo stile e il benessere della persona, con un doppio risultato: migliora la qualità dello spazio e, di conseguenza, la vita della persona.
Un altro folgorante aspetto del lavoro di Denise è la volontà di far scegliere direttamente i complementi senza interferire con il proprio stile, dove la sua missione è creare un ambiente armonico delle scelte fatte dall’abitante.
Denise ci parla di uno dei primi progetti svolti ad Amsterdam qualche hanno fa, una rivelazione…
“Un progetto che ha cambiato la mia visione di essere designer. Una sfida che mi ha permesso di osare e sperimentare. Carta da parati, mobili di stili diversi, riuscire a creare quell’armonia all’interno della persona e dell’ambiente stesso. Utilizzando oggetti collezionati dai viaggi di una vita, finalmente esposti. Non è stato semplice lo ammetto, ma il risultato è riuscito, colori eclettici e personalità questo ciò che veniva richiesto.”
Intanto potete trovare Denise qui.