Progettare un buon design d’interni: che cosa significa?
Il #progettoMEM ha una valenza fortemente sociale. La passata pandemia ci ha costretto a rivedere il nostro rapporto con gli ambienti casalinghi e lavorativi; il lavoro di chi esercita le professioni dell’abitare si deve quindi adeguare alle profonde implicazioni contenute nelle richieste dei committenti, che vanno anzitutto riconosciute e comprese grazie all’apporto di altre professionalità.
Se queste sono cose che ripetiamo spessissimo, oggi vogliamo affrontare un tema centrale: cosa significa progettare e realizzare un “buon” design di interni? Cosa comporta nella pratica?
Per rispondere a queste domande dobbiamo partire dalla definizione più recente di “salute” che ha dato l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): “salute” è uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Il dato interessante di questa definizione aggiornata sta nell’aver introdotto una correlazione tra sociale e psicologico.
Se partiamo da questo assunto, è evidente che la progettazione di uno spazio (in questo caso interno) non può prescindere da un approccio d’insieme che comprenda la mente, il corpo, l’anima e le relazioni sociali dei nostri committenti. Ma per offrirgli cosa?
Il design di interni dovrà per prima cosa garantire la funzionalità dello spazio: dato che ogni spazio ha uno scopo, dovrà essere progettato anzitutto per assolvere bene alla sua funzione specifica. Poi dovrà mettere a proprio agio il o i suoi fruitori.
Possiamo quindi definire come “buon design” del XXI Secolo quello in grado di “far sentir bene” e di “funzionare bene”, cioè quello in grado di creare benessere fisico, emotivo, mentale ed ambientale. Nel caso di spazi lavorativi, poi, dovrà essere in grado anche di stimolare la produttività di chi li frequenta.
A tutte queste caratteristiche dovremmo aggiungerne un’altra: visto che i fruitori degli spazi che progetteremo saranno molto diversi tra loro, sarà necessario un design flessibile e adattabile. Pensiamo per esempio alle esigenze che potrebbero avere due categorie diversissime (ma spesso conviventi) come quella dei bambini e degli anziani.
Esaminiamo più nello specifico cosa significa operare nella pratica un “buon” interior design.
Benessere fisico:
Un design attento a questo aspetto dovrà garantire:
- una buona qualità dell’aria;
- un comfort termico, visivo e acustico;
- l’utilizzo di materiali che ostacolino la formazione di muffe e batteri nocivi.
Benessere emotivo:
Per assolvere a questa funzione, il design dovrà prevedere:
- abbondanza di luce solare naturale;
- maggior integrazione possibile con la natura;
- temperatura interna moderata;
- utilizzo di materiali confortevoli ed accoglienti;
- separazione tra spazi intimi, privati, e gli spazi comuni.
Benessere mentale:
Sia nel caso di luoghi abitativi che di quelli lavorativi sarà fondamentale dare la sensazione di pieno controllo dell’ambiente interno attraverso una corretta progettazione di:
- luce;
- temperatura;
- suono;
- organizzazione spaziale;
- utilizzo di materiali il più possibile naturali per l’arredo.
Nel caso specifico degli spazi lavorativi, inoltre, sarà necessario favorire la produttività di chi ci lavorerà attraverso le 5 modalità riconosciute come basilari per promuoverla:
- Connettiti;
- Mantieniti attivo;
- Prendi nota;
- Continua ad imparare;
Prioritario sarà curare il comfort acustico sia delle stanze private che di quelle adibite a spazi comuni per la socializzazione.
Stanze con soffitti bassi favoriranno la concentrazione, mentre, al contrario, quelle ampie e con soffitti alti saranno adibite allo stimolo della creatività.
Le forme curve degli arredi e dei complementi d’arredo favoriranno ulteriormente la sensazione di piacevolezza e di accoglienza.
Benessere ambientale:
Tre i criteri generali da seguire:
- utilizzare materiali a basso contenuto di carbonio in fase di produzione e di costruzione;
- utilizzare il più possibile materiali di provenienza locale;
- creare un ambiente biofilo.
Senza uscire troppo dall’argomento, accenniamo ad un’altra esigenza di cui parleremo in un prossimo articolo: il buon design di interno dovrebbe essere inserito in un progetto di “architettura premurosa”. Ma questo è un interessantissimo concetto che esploreremo più in là: #stayMEM!
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