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Psicoterapia e progettazione Biofilica: creare spazi di rifugio e tranquillità

MeM continua il suo percorso di approfondimento intervistando progettisti che condividono un approccio integrato al design, in particolare al Biophilic Design. Questo appuntamento ci porta a esplorare le scelte progettuali di professionisti che mettono al centro il benessere psicofisico delle persone, integrando Natura, materiali e spazi in modo che dialoghino armoniosamente.
In questa intervista a Francesca Vanoni, designer d’interni esperta in approccio Biofilico.

Scopriremo come la progettazione biofilica possa trasformare luoghi di cura e lavoro, sostenendo il benessere a 360 gradi.

MeM: Cosa ti ha motivato a progettare uno studio di psicoterapia con un focus sul Biophilic design?

F.V.: “La progettazione biofilica si concentra sull’integrazione di elementi naturali, materiali sostenibili e processi ambientali nell’ambiente costruito, promuovendo il benessere psicofisico. Numerosi studi (Browning e Ryan, 2020) dimostrano come il Biophilic Design migliori la qualità degli ambienti di lavoro e di cura, riducendo lo stress e migliorando la salute mentale. In uno studio di psicoterapia, il design biofilico può offrire benefici sia al terapeuta che al paziente, influenzando positivamente anche la relazione terapeutica. Secondo la teoria ecologica dei sistemi di Bronfenbrenner (1986), l’interazione tra individuo e ambiente è cruciale per il benessere. L’integrazione di elementi naturali nello spazio terapeutico può stimolare la soft fascination (Kaplan e Kaplan, 1989), attrarre l’attenzione involontaria e favorire la rigenerazione cognitiva senza sovraccaricare la mente, lasciando spazio alla riflessione personale. Questo processo non solo ripristina l’attenzione diretta, ma migliora la consapevolezza di sé e dei propri obiettivi, facilitando il processo terapeutico. Si ipotizza, inoltre che, i benefici derivanti dalla progettazione biofilica, possano influire positivamente sulla relazione con il paziente. Infine, un ambiente che promuova la fiducia, l’apertura e la percezione di protezione può favorire una connessione più profonda tra terapeuta e paziente, elementi fondamentali per il successo della terapia.”

MeM: “Quali pattern biofilici hai scelto di integrare nel progetto e perché?”

F.V.: “Nel progettare lo studio di psicoterapia, l’obiettivo principale era creare un ambiente organico, coeso e accogliente che trasmettesse sensazioni di calma, unità e tranquillità. Ogni stanza è stata progettata per evocare queste sensazioni attraverso una scelta accurata di materiali, forme, colori e una configurazione spaziale ispirata alla Natura. L’integrazione degli scenari naturali è stata la chiave per rievocare sensazioni di rigenerazione e fascinazione, tipiche dell’immersione in contesti naturali.

Ogni stanza è stata progettata con un riferimento a specifici scenari naturali:

  • Ingresso e sala d’attesa: ispirati a una foresta e cascata, trasmettendo un senso di freschezza e vitalità.
  • Stanza di terapia 1: ispirata alla sinuosità delle onde e alla solidità della pietra, per evocare ritmicità e stabilità.
  • Stanza di terapia 2: ha tratto ispirazione da una foresta di bambù, evocando sensazioni di serenità e crescita.
  • Stanza di terapia 3: ispirata dai canyon naturali, con l’obiettivo di trasmettere maestosità e introspezione.

Il filo conduttore tra queste ambientazioni è stato il pattern della meraviglia, dello stupore e del mistero, elementi che promuovono una connessione più profonda con la Natura, generando la percezione di essere parte di un tutto più grande. Questa sensazione, una volta esperita, ha la capacità di trasmettere coesione, unità e armonia all’interno dello spazio.

La stanza di terapia assume una funzione simbolica: non solo come luogo fisico, ma anche come spazio relazionale dove terapeuta e paziente si incontrano per dare vita al processo terapeutico. Il concetto di setting in psicoterapia si riferisce sia all’ambiente concreto che a quello astratto, con elementi spazio-temporali e psicologici che supportano il lavoro terapeutico. Un setting efficace deve comunicare fiducia e protezione, creando un ambiente sicuro per il paziente. Per questo motivo, le stanze sono state progettate seguendo il principio del rifugio, garantendo una sensazione di sicurezza e favorendo il senso di ritiro e protezione necessario per un efficace trattamento terapeutico.”

MeM: “Come hai utilizzato materiali naturali e toni ispirati alla Natura per creare un ambiente accogliente e rassicurante?”

F.V.: “La scelta della matericità e di una palette di colori naturali ha giocato un ruolo fondamentale nella progettazione dello studio, conferendo coerenza comunicativa e profondità all’intero progetto. Per creare una connessione uniforme tra i diversi spazi, sono stati mantenuti costanti sia il pavimento che le pareti in tutti gli ambienti. Il pavimento è stato realizzato in parquet rovere naturale nodato, mentre le pareti sono state rifinite con un intonaco decorativo in calce cruda color tortora.

Ogni ambiente dello studio è stato poi arricchito con una palette cromatica ispirata al rispettivo scenario naturale di riferimento. Per enfatizzare il potenziale biofilico, sono stati utilizzati materiali naturali che evocassero l’ispirazione ambientale. Ad esempio:

  • Sala d’attesa: il richiamo alla foresta e alla cascata è stato rappresentato direttamente tramite un muro d’acqua e pareti verdi.
  • Stanza di terapia 1: la matericità della pietra è stata evocata tramite un intonaco decorativo in marmorino, rievocando l’elemento naturale delle onde e della pietra.
  • Stanza di terapia 2: ispirata alla foresta di bambù, la verticalità della foresta è stata richiamata sia simbolicamente attraverso una pannellatura in bambù a tutta altezza che incornicia la zona di terapia, sia direttamente tramite l’uso di listelli di bambù.
  • Stanza di terapia 3: ispirata ai canyon naturali, con richiami simbolici attraverso forme sinuose presenti nelle pannellature e nel controsoffitto biomorfo, creando un effetto di luce soffusa che richiama la configurazione naturale dei canyon. In questo spazio, i colori e le forme organiche sono stati utilizzati come strumenti principali per rappresentare lo scenario naturale.

Materiali grezzi e naturali, come piante e quadri raffiguranti elementi naturali, sono stati utilizzati in maniera trasversale per completare l’ambientazione biofilica dello studio, creando così un ambiente coerente e armonico.

MeM: “In che modo hai progettato l’ingresso e la sala di attesa per stimolare un senso di meraviglia e separazione dall’esterno?”

F.V.: “La zona d’ingresso e la sala d’attesa sono stati progettati con particolare attenzione, poiché rappresentano una zona di filtro tra l’esterno e l’interno, svolgendo una doppia funzione: spazio di sosta per i pazienti e di attesa per eventuali accompagnatori. L’obiettivo principale in questa fase della progettazione è stato quello di stimolare il senso di meraviglia e di “being away”, creando una chiara separazione percettiva e sensoriale con l’esterno. L’intento era quello di proiettare chi entra in uno spazio rigenerativo che trasmettesse ristoratività e calma.

Gli elementi principali utilizzati per creare questa atmosfera sono stati il verde verticale e il muro d’acqua, che evocano una sensazione di stupore e distacco dalla quotidianità caotica. Per accentuare questa sensazione, il tramezzo è stato ridotto a muretto, rendendo immediatamente visibile il punto focale dell’ambiente: la parete verde e il muro d’acqua.

Un altro elemento chiave è stato il ribassamento del soffitto, realizzato con pannelli in legno dalle forme sinuose e ondulatorie, che aiutano a guidare lo sguardo verso il punto focale, creando un movimento visivo naturale. Inoltre, lungo il corridoio centrale, sono state inserite piante pendenti dal soffitto, anch’esse pensate per dirigere l’attenzione verso l’area principale.

Nella sala d’attesa, il comfort è stato accentuato dall’uso di pouf morbidi in tessuto, dalle forme naturali e biomorfe, che invitano al rilassamento. Il senso di distacco e meraviglia è stato ulteriormente stimolato a livello uditivo, attraverso il suono dell’acqua che scorre e una playlist che riproduce suoni naturali, creando un ambiente multisensoriale che favorisce la rigenerazione e il rilassamento.

MeM: “Puoi spiegare come le stanze di terapia sono state progettate per trasmettere un senso di rifugio e protezione?”

F.V.: “Per creare una sensazione di rifugio nelle stanze di terapia, l’obiettivo principale è stato quello di utilizzare la configurazione spaziale e i materiali per trasmettere sicurezza e un senso di ritiro. Un buon spazio di rifugio deve essere percepito come separato dall’ambiente circostante, evocando una sensazione di protezione e contemplazione, senza però generare un distacco completo.

Nella stanza di terapia 1, il senso di protezione e accoglienza è stato stimolato attraverso il movimento sinuoso delle pareti, che sembrano avvolgere in un abbraccio chi si trova nella stanza. Per rafforzare questa sensazione, è stato aggiunto un soffitto a contrasto materico e cromatico: la pannellatura in legno scuro contribuisce a creare un ambiente più intimo e raccolto, fornendo la percezione di uno spazio avvolgente.

Nella stanza di terapia 2, il senso di rifugio è stato amplificato con elementi che parzialmente oscurano la vista dello spazio dedicato alla consulenza. All’apertura della porta, la zona terapeutica non è immediatamente visibile, grazie a complementi che guidano il percorso verso quest’area. Un tavolo imponente che combina pesantezza e leggerezza segna il passaggio verso l’area della terapia, che diventa il cuore della stanza. La pannellatura ad L demarca visivamente lo spazio terapeutico, contribuendo a creare una sensazione di privacy e protezione.

Infine, nella stanza di terapia 3, il senso di rifugio è più evidente e diretto. La zona della terapia è inserita in una nicchia visivamente separata dal resto dello spazio. Questa sensazione di privacy è rafforzata dai pannelli biomorfi che incorniciano l’ingresso e dal ribassamento del soffitto, che crea un interessante gioco di profondità e luci. Nel complesso, questi elementi contribuiscono a rendere l’ambiente più intimo e riservato.

MeM: “Quali elementi hai inserito per stimolare la creatività e la curiosità nei bambini che frequentano lo studio?”

F.V.: “La stanza di terapia per bambini è stata progettata non solo seguendo il principio di rifugio, ma anche attorno al concetto di mistero, al fine di stimolare creatività, curiosità e il senso di sicurezza e protezione. Il layout e la navigabilità dello spazio sono stati studiati per invitare il bambino all’esplorazione, creando un ambiente che incoraggia la scoperta e alimenta la curiosità.

All’ingresso della stanza, una libreria a tutta altezza parzialmente oscura la visuale, stimolando il desiderio di scoprire cosa si trova dietro. Esplorando l’ambiente, il bambino scopre che la libreria nasconde una nicchia dedicata alla zona di terapia.

Per evitare che questa nicchia sembri chiusa o limitata, è stata utilizzata una carta da parati raffigurante una scena naturale, che crea un senso di apertura e profondità. Infine, per attirare ulteriormente l’attenzione del bambino verso l’esplorazione, sulla parete opposta alla nicchia è stata inserita una pannellatura tridimensionale che ospita delle piante, creando un elemento visivo coinvolgente e stimolante.”

MeM: “Qual è stata la reazione dei pazienti riguardo agli ambienti progettati e come credi che il Biophilic design abbia influito sul loro benessere?”

F.V.: “Gli spazi progettati secondo i principi della biofilia sono riusciti a trasmettere un forte senso di fascinazione e meraviglia, risultando esteticamente gradevoli, accoglienti, rilassanti e rassicuranti. Questo tipo di progettazione, applicato a uno studio di psicoterapia, può avere un impatto positivo sia sul benessere degli utenti che su quello degli operatori. Numerosi studi dimostrano che il contatto con la Natura o con ambienti ricchi di elementi naturali contribuisce a ridurre lo stress, migliorare la prestazione cognitiva e aumentare le emozioni positive e l’umore (Pazzaglia e Tizi, 2022).

In un contesto come quello della psicoterapia, dove il setting (sia fisico che psicologico) è fondamentale per la relazione terapeutica, la progettazione biofilica rappresenta un valido alleato per creare un ambiente che ispiri fiducia, accoglienza e protezione. Non si tratta solo di una scelta estetica, ma di una vera e propria dichiarazione di intenti: realizzare spazi che promuovano il benessere sia fisico che psicologico.

In ambienti in cui il benessere dell’utente è l’obiettivo principale, la progettazione biofilica rappresenta un valore aggiunto e un sostegno fondamentale per migliorare la qualità della vita, promuovendo un benessere completo e duraturo.”

 

Formarsi in Biophilic Design può davvero trasformare la vita professionale e personale di ogni progettista d’interni. Integrare la Natura negli spazi abitativi non solo migliora il benessere delle persone che vi abitano o lavorano, ma permette anche di offrire un design innovativo e scientificamente supportato.

Questo approccio consente di creare ambienti che stimolano la creatività, riducono lo stress e migliorano la qualità della vita. Investire nella formazione sul Biophilic Design significa fare un passo avanti verso una progettazione più consapevole, che risponde alle esigenze dell’uomo e dell’ambiente.

Se vuoi migliorare i tuoi progetti e distinguerti nel mercato, è il momento di esplorare il potenziale del Biophilic Design.
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Bibliografia:

Bronfenbrenner Urie, Ecologia dello sviluppo umano, Il Mulino, Bologna, 1986.

Browning William D.& Ryan Catherine O., Nature inside. A biophilic design guide. Riba Published, London,2020.

Gabbard Glen O. Introduzione alla psicoterapia psicodinamica, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2018

Kaplan Rachel & Kaplan Stephen, The Experience of Nature: A Psychological Perspective. Cambridge University Press, Cambridge (MA), 1989

Pazzaglia Francesca e Tizi Leonardo, Che cos’è il restorative design, Carrocci editore S.p.A., Roma, 2022

Fonte figura: 1,2,3,4,5,6 https://www.pexels.com/