Lucilla Malara: Progettare spazi di vita e lavoro con la Psicologia Ambientale

In questa intervista, MeM ha il piacere di dialogare con Lucilla Malara, architetto, Biophilic designer e consulente in Psicologia Ambientale con Studio Malara Associati.

Abbiamo scelto di parlare con Lucilla per approfondire il concetto di progettazione rigenerativa grazie al Biophilic design e alla Psicologia Ambientale.

Un approccio innovativo che integra la sostenibilità ambientale con il benessere psicofisico delle persone. La sua esperienza e visione interdisciplinare offrono preziosi spunti su come creare spazi che migliorano la qualità della vita e rispettano l’ambiente.

MeM: “Buongiorno Lucilla, hai piacere di presentarti e di parlarci del tuo studio?”

L.M.: “La mia passione per l’architettura è nata in giovane età, quando giocavo con il LEGO e visitavo lo studio di Urbanistica & Architettura, fondato da mio padre, Empio Malara, nel 1962 (poi diventato nel 1984 Malara Associati). Osservavo la creazione di progetti dagli schizzi a mano libera fino ai modelli/plastici.

La vita nelle case progettate da mio padre ha alimentato il mio interesse. Laureata con lode in Architettura nel 1988 (tesi con prof. Achille Castiglioni), dal 1989 opero presso Malara Associati di Milano, diventando socio nel 1995. Ho recentemente conseguito un Master in “Psicologia Architettonica e del Paesaggio” all’Università degli Studi di Padova.

Questa formazione mi ha permesso di integrare la Psicologia Ambientale e il Biophilic Design nei nostri progetti. All’interno dello studio, mi occupo della progettazione architettonica e dell’interior design, curando l’intero iter progettuale dall’ascolto e briefing, al concept iniziale, alle varie fasi del progetto (preliminare, definitivo ed esecutivo) fino alla direzione lavori, consegna e allestimento degli spazi. Coordino il team dei collaboratori e progettisti specialisti. Da circa 20 anni, ci siamo specializzati nella progettazione, ristrutturazione e arredamento di uffici, acquisendo competenze specifiche per garantire benessere psicofisico, funzionalità, rispetto dei tempi e del budget. Progettiamo anche abitazioni, spazi commerciali, studi medici, nuove costruzioni e progetti di rigenerazione urbana, come la riapertura dei Navigli di Milano. I temi dell’ambiente e della città caratterizzano il nostro operato dagli anni Sessanta. Empio Malara, mi ha trasmesso principi chiave come progettazione su misura, relazione con il contesto, valorizzazione della storia e cultura locali, attenzione alla sostenibilità e interdisciplinarietà. Un approccio olistico, dove il progetto è un sistema interconnesso che considera benessere fisico e mentale degli occupanti, rispetto dei luoghi, sostenibilità ambientale e esigenze funzionali.”

MeM: “Puoi descrivere la tua visione interdisciplinare come architetto e come influisce sul tuo lavoro quotidiano?”

L.M.: “Per ogni progetto, selezioniamo competenze specialistiche di diverse discipline altamente qualificate. Collaboriamo con progettisti strutturisti, ingegneri elettrici, meccanici, progettisti illuminotecnici, paesaggisti, specialisti dell’acustica, grafici, agronomi, esperti del traffico, geologi e psicologi ambientali e del lavoro. L’approccio interdisciplinare, definito ad hoc per ogni progetto, ci consente di affrontare sfide complesse e trovare soluzioni specifiche. Questo metodo favorisce il coinvolgimento e la collaborazione di tutti gli attori, facilitando un processo decisionale che integra molteplici punti di vista.

L’architetto è come un direttore d’orchestra, coordina progettisti specialisti con competenze complementari per realizzare un progetto integrato e funzionale. Mantenere una visione d’insieme durante tutte le fasi progettuali è fondamentale per ottenere il miglior risultato concreto dell’idea iniziale. I clienti non sempre comprendono l’importanza dell’interdisciplinarità, ma il nostro approccio dimostra come lavorare in team con competenze complementari e multidisciplinari consenta di risparmiare sul budget sia nella fase di progettazione che in quella realizzativa, riducendo le varianti in corso d’opera e ottimizzando i tempi di realizzazione.

MeM: “Qual è il ruolo della Psicologia Ambientale nella progettazione degli spazi e come la integri nei tuoi progetti?”

L.M.: “Adottiamo i principi della Psicologia Ambientale partendo dall’ Human-Centered Design e utilizzando strumenti psicologici in tutte le fasi del processo progettuale, fino alla Post-Occupancy Evaluation, garantendo che le esigenze dei committenti, aziende e persone siano perfettamente soddisfatte. La fase iniziale include analisi e ascolto per comprendere i bisogni delle persone e delle aziende. Successivamente, definiamo obiettivi e sfide, traducendoli in idee progettuali. Sviluppiamo soluzioni innovative che promuovono il benessere psicofisico e riducono lo stress, aumentando la soddisfazione degli utenti e dei clienti, migliorando l’attrazione e la performance dei talenti. Accompagniamo i clienti lungo tutto il percorso progettuale, fino alla valutazione post-occupazione, con una programmazione accurata e un controllo costante delle opere per ottimizzare tempi e costi.”

MeM: “Cosa ti ha attratto del Biophilic design e perché credi che sia importante per il benessere?”

L.M.: “Il Biophilic design è un metodo progettuale ispirato alla biofili, che crea ambienti artificiali soddisfacendo l’innato desiderio umano di Natura. Questo processo va oltre l’inserimento di piante o materiali naturali, integrando i principi della Psicologia Ambientale. Progettare secondo il Biophilic design significa creare ambienti che migliorano il benessere cognitivo, comportamentale ed emotivo delle persone, contribuendo anche alla sostenibilità ambientale e al benessere delle comunità e delle aziende. La filosofia del biophilic design collega Natura, ambiente circostante ed esperienza umana, adattandosi a ogni progetto e creando spazi che migliorano la salute e il benessere.

I pattern del Biophilic design e i principi della Psicologia Ambientale che ritengo importanti in una progettazione, sono coerenza, complessità, leggibilità, mistero, viste prospettiche, qualità della luce naturale e artificiale (circadian friendly), connessione con la Natura diretta e indiretta, forme biomorfe e materiali che simulano il contesto naturale, multisensorialità, esplorazione, meraviglia.

È fondamentale progettare spazi che seguano i principi della Psicologia Ambientale e del Biophilic design, unendo funzionalità e qualità estetica per migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone e della società.

MeM: “Puoi condividere un esempio di come hai applicato con successo il Biophilic design in uno dei tuoi progetti?”

L.M.: “Nel progetto Uffici Welion – Generali Italia, gli spazi sono stati pensati per le diverse tipologie di attività (Activity Based Working) grazie a layout flessibili e adattabili a nuove esigenze, con comfort nel design degli arredi, tecnologia integrata e connessioni digitali ed elettriche facilmente accessibili.

Al fine di garantire la concentrazione, la formazione, la collaborazione, la condivisione e il lavoro di gruppo, gli spazi di lavoro sono suddivisi in funzioni specifiche: isole in open-space, spazi chiusi prenotabili come office & meet, stop & work, meeting room, salette per clienti e sale corsi, così come corridoi utilizzati per archiviazione, lockers, zone copy, aree caffè e divani.

Il progetto rispetta fattori spaziali, viste prospettiche, navigabilità, leggibilità, privacy, socializzazione, team work, autonomia, protezione, controllo ed esplorazione, migliorando prestazioni illuminotecniche e assorbimento dei rumori con colori e finiture adeguate.”

MeM: “Per quanto riguarda gli spazi residenziali?”

L.M.: “Una nuova costruzione di una Villa a Capalbio, progettata con viste prospettiche e una forte relazione tra interno ed esterno.

Per salvaguardare i panorami sia del borgo antico di Capalbio che del mare, la villa è stata progettata a pianta a V aperta garantendo le visuali dalle due ali e dalla piscina e creando una sorpresa nel taglio dei due volumi al vertice dell’angolo a V per indicare l’ingresso e, dal balconcino dello studio, godersi la vista sulla campagna circostante.

Altro elemento che caratterizza il progetto è l’utilizzo di materiali e forme architettoniche locali: copertura dei volumi a falde in coppi di cotto, soffitto in travi di legno lamellare, pavimento e cornici delle porte finestre in resina naturale (ricreando l’effetto sabbia), finiture interne in resina con texture in basso rilievo, scale in legno. Ci siamo inoltre concentrati sull’orientamento e la gestione della luce naturale, oltre a uno studio illuminotecnico per l’illuminazione artificiale cercando di integrare gli effetti di luce nelle soluzioni architettoniche ed uno specifico progetto paesaggistico che rispetta la conformità dei luoghi e delle essenze naturali.”

L'esterno della villa sapientemente progettata dallo Studio Malara.

Credits: Pietro Savorelli

La progettazione di uno spazio residenziale grazie al Biophilic design e la Psicologia ambientale

Credits: Lucilla Malara

 

MeM: “Come raccogli e analizzi i dati relativi agli utenti e al contesto per guidare le decisioni progettuali?”

L.M.: “Realizzare un progetto biofilico può avere lo stesso costo di un progetto standard, non è una questione di budget. Il maggior investimento è nella consulenza interdisciplinare, essenziale per pagare i consulenti specialistici, una difficoltà ancora presente nei grandi incarichi aziendali.

È fondamentale spiegare ai clienti, con evidenze scientifiche, i benefici del Biophilic e restorative design sulla salute psicofisica: benessere, comfort, miglioramento del rendimento, produttività, creatività, capacità attentive e riduzione dello stress ambientale e socio ambientale. L’ascolto attivo dei bisogni è cruciale per conciliare le richieste dei clienti con i principi del Biophilic e restorative design, ottimizzando risorse e garantendo risultati estetici e funzionali.”

MeM: “Desideri aggiungere altro? Se hai piacere, una parola per le generazioni future, sempre più attente verso questi temi.”

L.M.: “Alle generazioni future, suggerisco di approfondire il concetto di progettazione rigenerativa grazie al Biophilic design e alla Psicologia Ambientale e di proteggere il nostro pianeta con una presa di coscienza delle azioni progettuali sull’ambiente. Ogni scelta, grande o piccola, può fare la differenza. È urgente affrontare il cambiamento climatico e lo sfruttamento insostenibile delle risorse naturali. Dobbiamo progettare responsabilmente, utilizzando materiali ecologici, riciclabili, recuperabili, rigenerabili e sostenibili. Ridurre gli scarti da demolizioni, promuovere la ristrutturazione degli spazi e il recupero di elementi edilizi sono pratiche fondamentali.

Adottare soluzioni innovative e “Smart” con sistemi domotici intelligenti per il risparmio dei consumi e sistemi illuminotecnici circadian-friendly per ripristinare il ciclo della melatonina. Progettare per il risparmio delle risorse ambientali, ridurre l’occupazione del terreno e trasformare aree impermeabili in sistemi verdi alimenta la biodiversità. Progettare edifici che si auto-alimentano, raccogliere acque piovane, utilizzare impianti a pompa di calore, geotermici e ad energia rinnovabile sono interventi necessari per una sostenibilità ambientale e sociale.”

MeM: “Grazie di cuore Lucilla è stato un piacere scoprire il tuo lavoro e il tuo studio.” 

L.M.: “Grazie a voi!”

 

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