Psicologia Ambientale e Restorative Design: intervista a Rita Berto

Nella progettazione degli spazi interni, la Psicologia Ambientale e il Restorative Design gioca un ruolo essenziale nell’ottimizzazione del benessere e della produttività degli individui.

Durante il webinar gratuitoChe cos’è la psicologia ambientale?” che si terrà mercoledì 18 settembre alle ore 18.00, la Dott.ssa Berto  approfondirà tutti gli argomenti proposti in questo articolo, ecco il link per registrarsi al webinar gratuito.

Studiando l’interazione tra persone e ambienti fisici, la Psicologia Ambientale individua elementi chiave come la luce, i colori, la disposizione dei mobili e la presenza di elementi naturali.

Integrare queste conoscenze nella progettazione degli spazi indoor non solo migliora il comfort e la concentrazione, ma favorisce anche il benessere mentale e la riduzione dello stress.

Siamo orgogliosi di proporre ai nostri lettori questa illuminante intervista con la Dott.ssa Rita Berto, esperta in Psicologia Ambientale e il restorative design, che condivide preziose conoscenze sull’importanza degli ambienti rigenerativi per il benessere e la produttività, arricchendo il nostro ambito di riflessione sulla progettazione degli spazi artificiali.

MeM per una progettazione rigenerativa grazie alla Psicologia Ambientale.

MeM: Buongiorno Dott.ssa ha piacere di presentarsi ai nostri lettori?

R.B.: In qualità di psicologa specializzata in Psicologia Ambientale e Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni e con un background accademico che include un dottorato di ricerca in Percezione e Psicofisica, mi impegno da oltre vent’anni nello studio degli effetti degli ambienti rigenerativi.

La mia ricerca, condotta sia in laboratorio che sul campo, si concentra sul loro impatto a livello di preferenza, stress ambientale e progettazione. Particolarmente interessata all’effetto dell’esposizione all’ambiente naturale e costruito sui processi cognitivi quali percezione, attenzione e memoria lungo le varie fasi della vita, conduco le mia attività di ricerca presso il GREEN LEAF – Laboratorio di Ecologia Affettiva dell’Università della Valle d’Aosta.

La mia esperienza didattica e consulenziale su tematiche legate alla Psicologia Ambientale e il restorative design mi porta a tenere seminari in diverse località italiane. Con un significativo trascorso internazionale, acquisito grazie alla frequentazione di rinomati laboratori di ricerca negli Stati Uniti dopo il conseguimento del dottorato quando l’Italia era poco ricettiva nei confronti della materia, oggi mi distinguo per il mio impegno ed esperienza nel settore in un momento.

MeM: Come si è avvicinata alla Psicologia Ambientale?

R.B.: L’incontro, casuale, con la Psicologia Ambientale è avvenuto durante il percorso accademico, quando ho deciso di includerla come esame complementare nel piano di studi del triennio specialistico per conseguire la laurea quinquennale in Psicologia.

Non avendo mai sentito parlare dell’argomento prima, l’ho immediatamente trovato estremamente affascinante. Già dalla prima lezione, ho iniziato ad osservare l’ambiente circostante sotto una luce diversa, cominciando con numerose domande sul mio personale rapporto con l’ambiente circostante.”

MeM: Da dove nasce questa passione?

R.B.: La mia passione per la Psicologia Ambientale è nata dall’incontro fortuito con la professoressa Erminielda Peron, conosciuta affettuosamente come “Mimma”, che ha introdotto la Psicologia Ambientale in Italia. Il mio interesse è cresciuto esponenzialmente quando Mimma mi ha proposto un progetto audace: verificare se gli ambienti naturali fossero preferiti rispetto a quelli costruiti per via del loro valore rigenerativo. Nonostante la letteratura in italiano sull’argomento fosse inesistente, ho accettato la sfida con entusiasmo. Grazie alla collaborazione con Mimma, ho redatto la prima tesi in Italia sui “Rapporti tra restorativeness dei luoghi e preferenza espressa“, dando il via alla mia esplorazione scientifica sulle caratteristiche degli ambienti rigenerativi e sul processo di rigenerazione psicofisiologica. Il tempo trascorso con Mimma è stato di ispirazione e apprendimento, lasciandomi con una profonda gratitudine per il suo contributo al mio percorso accademico e professionale.

MeM: Cos’è il restorative design e quali sono i principi che lo caratterizzano?

Il restorative design, conosciuto anche come progettazione rigenerativa, rappresenta un approccio fondamentale per la creazione di ambienti interni che rispecchino il nostro legame intrinseco con la Natura.

Grazie all’esposizione all’ambiente naturale, è possibile rigenerarsi dallo stress mentale e fisico, sfruttando meccanismi biologici e risposte innate acquisite nel corso dell’evoluzione umana.

I nostri sensi e comportamenti sono stati modellati dagli stimoli naturali, pertanto, la progettazione rigenerativa mira a creare ambienti artificiali che rispettino e riflettano il legame profondo tra l’Uomo e la Natura, soddisfacendo un bisogno di rigenerazione che ha radici biologiche.

MeM: Come viene applicato il Restorative Design negli ambienti lavorativi?

La soddisfazione professionale non dipende soltanto dalla posizione occupata, dal salario e dai rapporti interpersonali, ma è influenzata anche dalle componenti fisiche dell’ambiente lavorativo. Ogni luogo di lavoro possiede caratteristiche specifiche: le richieste di rigenerazione di un’officina sono diverse da quelle di una scuola, così come le esigenze di un’azienda divergono da quelle di un ospedale. Tuttavia, per ciascun contesto professionale è possibile individuare strategie per garantire processi rigenerativi, sviluppando soluzioni architettoniche che rispettino le normative in materia di sicurezza e le linee guida produttive. Il design rigenerativo costituisce un valore aggiunto all’ergonomia fisica e cognitiva, agevolando il rapporto sinergico tra individuo e ambiente di lavoro.

MeM: Ci può indicare, quattro caratteristiche base di un ambiente rigenerativo:

R.B: La coerenza, la complessità, la leggibilità e il mistero rappresentano i quattro pilastri di un ambiente rigenerativo, noti come predittori di preferenza ambientale.

È proprio la sinergia di queste caratteristiche a supportare il nostro bisogno innato di comprensione, esplorazione e rigenerazione, elementi cruciali affinché un ambiente possa suscitare in noi emozioni positive e risultare piacevole.

La combinazione ottimale di tali predittori varia in base alla destinazione d’uso dell’ambiente e al compito svolto dall’individuo al suo interno; ciò che potrebbe risultare efficace in un ambiente di ufficio potrebbe non essere adeguato in un contesto educativo.

Durante la nostra evoluzione, Homo Sapiens ha appreso come valorizzare e  ricercare queste caratteristiche, radicate nella nostra memoria biologica in virtù delle esperienze vissute nella savana, habitat che ha fornito rifugio, risorse e rigenerazione.

La familiarità “ancestrale” e la corretta combinazione di tali attributi in un ambiente ne determinano l’apprezzamento e il potenziale rigenerativo che esso offre.

MeM: Qual è il ruolo chiave svolto dal Biophilic Quality Index (BQI) nel contesto della progettazione rigenerativa degli ambienti?

Il Biophilic Quality Index (BQI), frutto di una profonda collaborazione con il mio carissimo amico e Direttore del GREEN LEAF, il Prof. Giuseppe Barbiero, rappresenta il punto culminante di un’avventura scientifica incentrata sul rapporto tra Uomo e Natura.

Integrando la Biologia Evoluzionistica alla Psicologia Ambientale, siamo riusciti a inserire l’Ipotesi della Biofilia all’interno della Teoria della Rigenerazione dell’Attenzione e del Recupero dallo Stress. Questo approccio evoluzionistico allo studio della rigenerazione psicofisiologica, seppur inizialmente accolto con scetticismo, ha portato alla creazione di un prezioso strumento: il BQI.

Il BQI, orientato alla prevenzione piuttosto che alla correzione, offre supporto agli architetti e progettisti in fase di progettazione, favorendo un approccio scientifico alla progettazione rigenerativa. Questo strumento, derivato da anni di ricerca sperimentale, può essere utilizzato come guida per nuovi progetti o come checklist per verificare la qualità e la rigenerazione di progetti già realizzati.

Certificando il Biophilic Design secondo gli standard proposti da WELL e LBC, il BQI fornisce una base scientifica per la progettazione, dimostrando la sua efficacia anche nella riqualificazione edilizia, come mostrato nel caso della scuola primaria di Gressoney la Trinitè ad Aosta.

L’integrazione del BQI nel processo progettuale ha dimostrato di aumentare la preferenza e la percezione di rigenerazione dell’ambiente interno, avvicinandosi ai livelli offerti dalla Natura stessa, evidenziando l’efficacia di un approccio scientifico nella progettazione e nella valorizzazione del Biophilic Design e del Restorative Design.

MeM: Un ultima parola…

R.B.: La progettazione rigenerativa dovrebbe aspirare non solo a promuovere il benessere psicofisico degli individui, ma anche a rafforzare il legame umano con l’ambiente naturale. In un’epoca in cui la nostra società sembra sempre più distante dalla Natura, è essenziale preservare il legame biologico con il mondo naturale. Questo obiettivo può essere raggiunto portando elementi naturali negli ambienti interni in cui trascorriamo gran parte del nostro tempo.

L’ispirazione della progettazione rigenerativa è quella di creare un ambiente che, offrendo benefici cognitivi e fisiologici simili a quelli offerti dalla Natura, sia in grado di sensibilizzare gli individui verso la cura e il rispetto nei confronti dell’ambiente naturale. Questo approccio potrebbe fungere anche da catalizzatore per promuovere la connessione verso il mondo naturale, auspicando un maggiore rispetto e attenzione per la sua tutela e conservazione.

 

In conclusione, questa intervista offre uno sguardo approfondito sul mondo della Psicologia Ambientale e della progettazione rigenerativa degli ambienti.

Attraverso le sue riflessioni, abbiamo compreso l’importanza di creare spazi interni che rispettino il legame innato tra l’Uomo e la Natura per favorire il benessere psicofisico e promuovere la connessione con il mondo naturale, in un momento in cui l’interesse per la Psicologia Ambientale e il restorative design sta crescendo a dismisura.

Noi di MeM siamo lieti di annunciare che la Dott.ssa Rita Berto condurrà il webinar completamente gratuito “Che cos’è la psicologia ambientale?“, un’opportunità unica per comprendere come l’ambiente influenzi il comportamento umano, integrando le discipline della psicologia architettonica.

Per maggiori informazioni, ecco qui il link diretto per l’iscrizione al webinar gratuito.